RIONE SERRA VENERDÌ
di Mariolina Venezia
 
Einaudi

La dottoressa Tataranni è alle prese con un omicidio che affonda le radici nel passato. E se lei stessa avesse contribuito inconsapevolmente alla morte di Stella Gallicchio? L’indagine, oltre che negli spettacolari scenari delle Dolomiti Lucane, e nei «vicinati» dei Sassi, si svolge negli angoli bui dei suoi ricordi. «La memoria, spesso, è una dannazione. Tira fuori episodi imbarazzanti, dettagli inutili quando cerchi qualcosa di essenziale, ti ripropone una frase o un viso che vorresti cancellare, condanna all’oblio chi non se lo merita. La memoria, lei, l’avrebbe condannata senza sconti di pena». In una Matera impaziente di concedersi a un turismo sempre più invadente, un passato di miseria torna come un fantasma. Fra rampolli di nobili famiglie, ragazzini che custodiscono innominabili segreti, grotte preistoriche e villaggi abbandonati, Imma indaga fianco a fianco al maresciallo Calogiuri, che non è più il ragazzo soggiogato dal suo carisma, e se lei diventa troppo autoritaria, arriva a ribellarsi. Improvvisamente, Imma vede in lui l’uomo, e sta per succedere l’irreparabile. Cosa ne sarà dell’amorevole Pietro, e dell’adolescente Valentina, che si comporta col fidanzato come se fossero una vecchia coppia? Cederà la dottoressa all’attrazione per il bel maresciallo, mettendo in pericolo la sua famiglia? E poi... esiste un mostro che si aggira nelle strade di Matera? Qualcuno, in ufficio, fa il furbo? Troppe domande per una donna sola! Fortuna che Imma Tataranni non si dà per vinta, e se inciampa si rialza.
«Un’ostinata signora di nome Imma Tataranni si è impossessata di me un po’ alla volta - Confessa Venezia -, riportandomi alla Matera che ho lasciato, coi suoi riti provinciali, la sua bellezza arcaica, e il territorio misterioso e struggente, che mi parla quando lo attraverso. Lei è una Pm legalista e concreta, madre di famiglia e donna in carriera, scomoda e irascibile. Diversa da me, ma con una personalità talmente forte da influenzarmi. Sarà per questo, che mi tiene in ostaggio. Sarà perché mi fa ridere. Perché mi spiazza e continua a sorprendermi. Oppure perché affronta i mali del mondo con allegria, coraggio, e solo un pizzico d’insofferenza».


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    PROGRAMMAZIONE

    06/12/2018 h 17:30Teatro Sociale - Sala Turca
    Presenta Annarita Briganti